Mario Fontanella è l’Insoorer del Mese di novembre 2023

Insoore
4 min readDec 20, 2023

--

Mario Fontanella è l’Insoorer del Mese di novembre 2023. Vive in Puglia, precisamente a Foggia. Ha una moglie, due figli, e una grande passione: raccontare il mondo tramite le immagini. Dopo essersi formato a Milano come operatore cinetelevisivo, si è specializzato sul campo nella sua terra, lavorando per oltre trent’anni tra studi televisivi e produzioni video.

Lo abbiamo intervistato per conoscerlo più da vicino.

Ho iniziato il mio percorso professionale dopo aver studiato alla Scuola del cinema — ci ha raccontato — , un istituto della Regione Lombardia che negli anni Ottanta era un po’ l’alternativa al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Subito dopo essermi diplomato, scoprii questo corso, che durava due anni, e decisi di partire”.

Come era nato questo tuo interesse per il cinema?

Non lo so, forse perché da ragazzo ho fatto qualche programma radiofonico. Ma credo che in fondo sia stato determinante un episodio che ancora ricordo: da ragazzo partecipai a uno stage dimostrativo curato da professionisti del settore che si tenne a Foggia, non ricordo bene dove o da chi fu organizzato. Comunque, ebbi l’occasione di vedere in funzione alcune attrezzature per il montaggio video, utilizzate in quel contesto da un grande professionista, in seguito diventato anche mio amico: Gabriele Palazzo. Vidi la centralina di montaggio e anche come si poteva realizzare un filmato. La creazione mi lasciò affascinato.

Come furono gli anni a Milano?

Entusiasmanti. Per me, che venivo da cittadina di provincia e mi ritrovai catapultato nel cuore produttivo del Paese, fu una cosa fantastica. Lì si organizzavano incontri con personaggi come Ermanno Olmi o Garrett Brown, l’inventore della steadycam, e poi con tanti direttori della fotografia, come Vittorio Storaro. Dopo i seminari, potevi fare colazione con loro al bar e scambiare due chiacchiere. Come studenti, avevamo l’opportunità di partecipare a un sacco di manifestazioni e visitammo anche gli studi Rai di cui, come scuola, fummo ospiti a una trasmissione. Insomma, ero immerso nel vivo di quello che avevo sognato per lungo tempo. Mi trattenevo nei locali della scuola anche oltre l’orario delle lezioni e mi esercitavo nei montaggi in pellicola. Per imparare, ci davano i girati in pellicola di varie produzioni, prevalentemente spot pubblicitari, e noi dovevamo rimontarli, secondo la nostra sensibilità, con moviola e taglierina. Sono stati due anni molto intensi e molto importanti. Da lì, per una serie di snodi casuali e inspiegabili — quel tipo di snodi imprevedibili che, come spesso accade nella vita di ciascuno, ne determinano poi il futuro — , ho iniziato a lavorare a Foggia e a Bari, collaborando con alcune televisioni locali. A un certo punto, sono stato impiegato di una ditta a Canosa di Puglia e in quel periodo ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie.

Hai però sempre continuato a lavorare come operatore cinetelevisivo?

Sì. Sono stato anche socio di uno studio di produzioni, con cui è nata una lunga e intensa amicizia con il fondatore, il regista Lucio Di Gianni. Realizzavamo spot, documentari. Un ambiente molto innovativo. Negli anni Novanta mi vollero in un nuovo progetto che stava appena nascendo, una importante rete televisiva. Ho lavorato lì dal 1990 fino al 2015 a tempo pieno. Poi, dopo che per alcuni cambiamenti di gestione l’ambiente era cambiato, ho deciso di lavorarci solo saltuariamente. È un’esperienza molto arricchente da un punto di vista sia umano che professionale. Sono passati per quegli studi grandi professionisti, come Giacinto Pinto, Sergio De Nicola. Qualche collega è diventato poi operatore in Rai, come Carlo De Nittis e Rocco Langone. Sono stati anni pieni per me, in cui ho lavorato al montaggio, alle riprese, fino a realizzare trasmissioni e a sperimentarmi nella regia. Oggi collaboro con una televisione di Matera e con diversi service broadcast principalmente per avvenimenti sportivi di calcio e di basket.

Qual è stato il servizio o la trasmissione che ti è piaciuto di più fare?

Ho curato molte trasmissioni, fra cui la regia di un programma in cui un frate parlava di fede ma in una maniera diversa, con risvolti sociali e uno spirito non solo religioso. È stato un lavoro che mi ha particolarmente soddisfatto. Penso sia importante oggi porre l’attenzione su alcuni aspetti che riguardano le relazioni umane. Ma in passato mi sono preso tante soddisfazioni: ho realizzato inchieste, approfondimenti di cronaca, interviste.

A Insoore come ti trovi?

All’inizio avevo molte perplessità. Sono stati molto bravi i community manager a incoraggiarmi e ad accompagnarmi in questo percorso. Adesso continuo questa collaborazione principalmente perché ho trovato un ambiente cordiale, piacevole e professionale. Mi piace, poi, avere la possibilità di spostarmi sul territorio e che ci sia una certa libertà di movimento. Sono stato felice di essermi misurato con cose nuove.

Qual è il tuo film preferito?

Sicuramente Blade Runner, di Ridley Scott. Sono un appassionato di fantascienza, leggevo sin da ragazzo i romanzi Urania. Mi hanno sempre affascinato gli aspetti più intimi delle domande che ci si pone, degli interrogativi sull’esistenza, anche se alla fine sono lasciati senza risposta. Ma è affascinante per me il modo in cui questi quesiti intimamente scavano.

Cosa speri per il tuo futuro?

Ho imparato ad apprezzare di più aspetti della vita legati alla libertà e alla gestione del tempo. Vorrei dedicarmi di più a un’altra mia passione: il mare. Tutto quello che riguarda mare, acqua e laghi mi affascina. Pratico apnea e immersioni subacquee con autorespiratore. Ho conseguito diversi brevetti subacquei e di istruttore di nuovo. E poi mi piace viaggiare, se possibile in moto: ne posseggo un paio, di cui una di oltre quarant’anni.

Da padre, quale insegnamento vorresti che i tuoi figli avessero sempre presente nella vita?

Bisogna credere nella possibilità di raggiungere certi obiettivi: mi piacerebbe che tenessero sempre a mente questo. Coniugare passione con quello che si vuol fare è importante, ed è necessario essere determinati, oltre che fortunati! Avviarsi in un percorso che non appassiona compromette i risultati.

--

--